Sono convinta ormai da parecchio tempo che la spiritualità non risieda nelle diverse religioni, ma si celi nel Cuore e nell’Anima di ogni essere umano. Questa considerazione mi ha presto portato a comprendere che il divino non va ricercato solamente nei luoghi di culto e in momenti prestabiliti, ma vi si può connettere in ogni luogo e in ogni attimo in cui si rivolge lo sguardo al proprio interno.
Credo che sia importante comprendere che il divino non è solo un’eterea entità che sta altrove. Siamo spirituali anche quando realizziamo ciò che siamo. Contattiamo il divino quando ad esempio percorriamo la nostra strada, quando scegliamo il partner che fa per noi, quando sentiamo una grande pace nell’osservare un panorama mozzafiato.
Volersi bene
Una volta laureata, queste valutazioni mi spinsero a scegliere una specializzazione in psicoterapia transpersonale che sposa la visione olistica e la sua considerazione integrata di mente, corpo e spirito. Secondo questo approccio infatti l’equilibrio mentale e il benessere dell’individuo dipendono non soltanto da una buona gestione di conflitti ed emozioni, ma anche e soprattutto da una altrettanto importante salute fisica e spirituale. Da ciò si evince il bisogno di raggiungere in maniera ancor più profonda la conditio sine qua non di ogni percorso psicologico, il volersi bene. Conservare in salute il proprio corpo, ma soprattutto mantenere una buona connessione con il divino dentro di sé porta, infatti, ad una visione più pulita e armoniosa della vita, perché ci spinge ad onorare la nostra natura. Siamo così in grado di scegliere in maniera più consapevole solo ciò che ci fa stare bene, solo ciò che fa per noi, non accettando situazioni nocive per il nostro essere. In questo modo impediamo ad ulteriori problematiche di compromettere il nostro equilibrio mentale.
Presupposti teorici
I primi approcci con il mondo transpersonale sono stati affascinanti, in quanto acquisivo teorie e tecniche che avvaloravano il mio sentire. Dagli archetipi e dall’inconscio collettivo di Jung alla corazza caratteriale di Reich, dai campi morfogenetici di Sheldrake alla respirazione olotropica di Grof, emergevano argomentazioni che mi facevano ben comprendere l’importanza che la spiritualità e il lavoro energetico hanno in ambito psicologico. Senza necessariamente parlare di terapia, tutto ciò che aiuta a far fluire in modo più armonico l’energia del corpo e a raggiungere una maggiore serenità e benessere non può che essere un valido supporto ad una generale condizione di salute psichica.
L’applicazione nella terapia
Senza entrare nello specifico delle caratteristiche dei lavori energetici che ho sperimentato, ciò che ha sicuramente colpito la mia parte da professionista è stata la capacità netta e indiscussa di queste esperienze di spegnere la mente razionale, al di là di ogni resistenza.
“Tutto ciò che aiuta a far fluire in modo più armonico l’energia del corpo e a raggiungere una maggiore serenità e benessere non può che essere un valido supporto ad una generale condizione di salute psichica”.
La maggior parte delle difficoltà che vivono i miei pazienti nascono nella mente e lì continuano ad alimentarsi con reiterati pensieri e riflessioni sul problema, che non fa altro che ingigantirsi. Lasciare invece che la mente faccia spazio a qualcosa di impalpabile, di inspiegabile, di divino, può a parer mio abbreviare molti percorsi di ricerca del benessere che con l’uso esclusivo della parola, impiegano un tempo più lungo. Non tutti sono predisposti a questi lavori in quanto non sempre è facile placare la parte razionale, ma molti pazienti hanno superato problematiche anche profonde, in tempi decisamente più rapidi.
Il ruolo del terapeuta
Infine vorrei aggiungere che dall’approccio transpersonale ho sicuramente fatta mia l’idea che il terapeuta sia un compagno di viaggio che non deve curare un malato, ma che deve aiutare tutti i pazienti a vedere con i propri occhi ciò che egli vede. In questo modo essi riusciranno a toccare delle realtà che sono al loro cospetto e che permettono loro di vivere in maniera più armoniosa ed equilibrata, ma alle quali sfuggivano per svariate ragioni, vivendo in uno stato di malessere. Il lavoro più importante è, dunque, quello del paziente che sostenuto e guidato dal terapeuta trasformerà la sua vita con le proprie mani, di modo che questo cambiamento non sia indotto, ma nasca e fiorisca nella sua Anima. In questo modo il cambiamento sarà più profondo, sentito e duraturo possibile.