Questo periodo lo abbiamo vissuto tutti sulla nostra pelle in modo più o meno gravoso. È stato indubbiamente un momento storico che ricorderemo. A questo articolo vorrei però dare un taglio più leggero, per smorzare un po’ l’atmosfera.

Covid-19: parrucchieri ed estetisti chiusi

Per noi figli di una società dell’apparenza, la prova più difficile è stata accettare la parte del Decreto che annunciava che i parrucchieri e gli estetisti avrebbero chiuso. 

Il panico è serpeggiato tra il gel delle unghie, i colpi di sole e le cerette all’ultimo pelo. Tutto questo ad un certo punto è diventato proibito, un lusso da dimenticare. E così a cuore affranto abbiamo dovuto abbassare la testa e accettare.

Ritrovarsi

I giorni passavano e, tra una preoccupazione più profonda e una notizia di spessore, iniziavamo a vedere il nostro corpo di adolescenti tornare alla luce. Abbiamo ritrovato il colore di capelli di cui ci ricordavamo solo sfogliando vecchie foto, abbiamo dato respiro alle unghie soffocate sotto strati di colore, abbiamo riscoperto peli che non ricordavamo di avere. 

È stato un duro colpo all’inizio, ma con il passare dei mesi, ci siamo accorti che in fondo davvero di superfluo si trattava. Le nostre relazioni infatti hanno tenuto, i nostri amici ci riconoscevano lo stesso nelle videochiamate. E piano piano ci siamo ritrovati nature.

L’importanza dell’indipendenza 

E la riflessione meno scherzosa che voglio condividere con voi è come in fondo ci abituiamo in fretta a ciò che non è essenziale e, ciò che è peggio, ne diventiamo dipendenti. 

Viviamo in un momento storico che ci ha bene o male concesso tutto. Volevamo i capelli fucsia e ci bastava un appuntamento dal parrucchiere, volevamo le unghie come gli artigli dei gatti ed era sufficiente chiamare l’estetista. E a questo ci siamo abituati tutti. 

Schiocco le dita e ottengo ciò che voglio, anche a discapito della mia natura e della mia indipendenza. Il fatto che questo lockdown ci abbia costretti a rinunciare a tutto questo ha riportato ad un equilibrio forzato, ma di cui io ritengo si debba tenere conto. 

La tanto anelata serenità passa anche dal non dipendere da nessuno per come ci presentiamo nel mondo, dall’accettare ciò che siamo, capelli bianchi compresi. Ogni parte di noi infatti racconta una storia e se la copriamo con qualcosa che non ci appartiene, rischiamo di dimenticarcene e di perderne il valore.

Siamo sicuramente tornati tutti a rifare il colore, abbiamo fissato rapidamente un appuntamento dall’estetista, ma almeno abbiamo avuto uno spazio di tempo per ritrovarci al naturale e scoprire che comunque non siamo troppo male! Non dimentichiamocene.

È stato un duro colpo all’inizio, ma con il passare dei mesi, ci siamo accorti che in fondo davvero di superfluo si trattava”.