Disturbi alimentari
Cosa fare quando si hanno disturbi alimentari: è fondamentale intervenire in termini psicologici, ristabilendo un rapporto armonico con il cibo e con il proprio corpo, sbloccando le diverse problematiche che hanno suscitato queste dinamiche patologiche. Il lavoro principale viene svolto sul respiro.
Il cibo è un grande alleato per la nostra sopravvivenza. Quando, però, lo si investe di un’eccessiva carica emotiva, può trasformarsi nell’unico porto sicuro a cui approdare nei momenti difficili. Tutto questo comporta un severo disequilibrio per la salute, sia fisica sia psicologica.
Quando parlare di disturbi alimentari (DA)
Dal Dsm-5 (Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali), si distinguono sei categorie di disturbi della nutrizione e alimentazione, ma i disturbi alimentari più comuni sono generalmente due:
- Anoressia nervosa
- Bulimia nervosa
Al di là delle differenze specifiche per ogni categoria di disturbo, ciò che caratterizza un generale disequilibrio nel rapporto con il cibo è un’ossessiva attenzione alla nostra immagine corporea, al nostro peso e a un’eccessiva necessità di stabilire un controllo su di esso.
Chi soffre maggiormente di disturbi alimentari
Dai differenti studi che sono stati attuati sull’argomento, emerge che la categoria maggiormente colpita da questa malattia è quella delle donne. Il dato che tuttavia allarma è la sensibile diminuzione dell’età di insorgenza. Si parla di un’età tra gli 8 e gli 11 anni. (guarda l'approfondimento)
Possibili cause
Considerando che a essere più colpite sono le donne e in età adolescenziale, si sostiene che questa patologia possa essere frutto di difficoltà nella fase di passaggio dall’infanzia all’età adulta. In questo momento storico, inoltre, l’eccessivo valore attribuito all’apparenza non è di supporto.
La realtà dei social media, in cui ci si confronta costantemente con immagini di donne dalla forma impeccabile, spinge la giovane donna a doversi adeguare a questi modelli irraggiungibili, in quanto, spesso, non autentici.
Le ricerche, tuttavia, testimoniano che non vanno trascurate altre motivazioni, testimoniate anche da un aumento dell’insorgenza nella popolazione maschile. Tra queste sicuramente è rilevante la propria storia personale, ma si parla anche di un’influenza del proprio patrimonio genetico.